Cosa ti serve
Oggetto 1
In una terra lontana, dietro le montagne Parole, lontani dalle terre di Vocalia e Consonantia, vivono i testi casuali.
Oggetto 2
In una terra lontana, dietro le montagne Parole, lontani dalle terre di Vocalia e Consonantia, vivono i testi casuali.
Oggetto 3
In una terra lontana, dietro le montagne Parole, lontani dalle terre di Vocalia e Consonantia, vivono i testi casuali.
Oggetto 4
In una terra lontana, dietro le montagne Parole, lontani dalle terre di Vocalia e Consonantia, vivono i testi casuali.
Preparazione
In negoziazione si dice che l’80% dei risultati si ottenga prima di sedersi al tavolo negoziale e solo il 20% dipenda dalla vera attività di interazione con la controparte. La stessa logica può essere applicata anche alle attività di tutti i giorni e, ovviamente, a quelle sportive.
Per godervi al meglio una giornata di sci con l’elicottero dovete essere pronti mentalmente e fisicamente.
La prima volta la parte più difficile sarà la testa, perché si unisce la triplice incertezza sulla sicurezza dell’elicottero, sulla difficoltà della discesa e sul pericolo valanghe.
Se soffrite di vertigini, claustrofobia o di qualsiasi disturbo che non vi permetta oggettivamente di salire su un elicottero, rinunciate all’idea di fare heliski. Al contrario se si tratta soltanto di una percezione, prima di soprassedere provate a fare un ultimo tentativo: parlate con persone che hanno fatto questa esperienza e fatevi raccontare come è andata. Le loro parole sicuramente avranno un effetto positivo e vi motiveranno a provare.
In merito alla difficoltà, punto su cui ritornerò più volte, è un po’ come quando si decide se fare una pista nera o rossa nei comprensori sciistici, qui avrete la stessa discrezionalità.
In base alle vostre capacità potrete identificare discese più o meno impegnative, la regola di buon senso è che siano scelte in funzione di chi è meno bravo all’interno del gruppo, i più esperti faranno meno fatica, ma così tutti si divertiranno. La difficoltà è un falso problema che emerge, purtroppo, dalla comunicazione del settore dell’heliski, ad oggi la maggior parte di chi fa questa attività scia bene ed è questo il messaggio che mandano gli operatori.
Infine, il meteo: guardatelo in anticipo, sappiamo che le previsioni a 10 giorni hanno poco valore, ma a 48 ore siete molto più precisi e suggerisco, se fosse incerto, di non andare. Ma sarà la guida per prima a dirvelo.
Organizzazione e Costi
L’organizzazione si divide in due parti: “con chi e dove andare”, possibilmente non improvvisate e fatevi aiutare da qualcuno che ha già fatto Heliski.
L’ideale è creare un gruppo di quattro persone, così da sfruttare al meglio l’elicottero, perché il costo della rotazione è indipendente dal numero di passeggeri.
Durante la giornata potrete decidere se fare più o meno discese in base a come sta andando la sciata. Una sorta di menu à la carte, che prevede un minimo di una discesa.
Se siete meno di quattro potete chiedere che vi inseriscano in gruppi che non sono completi. Due gruppi da due che non si conoscono finirebbero con lo spendere il doppio se non andassero insieme: il problema è il livello sciistico, che deve essere omogeneo, e la disponibilità.
Detto questo, la prima volta vi consiglio di fare un gruppo di amici: vi divertirete sicuramente di più.
A livello di costi, una giornata piena ed intensa, se siete amanti del dislivello e della polvere, può costarvi quasi 1000 euro, se fate 5000/6000 metri di dislivello, ma parliamo di professionisti ed esperti, non di persone che si avvicinano per la prima volta all’heliski.
Ovviamente, potete risparmiare se fate una sola discesa, anche se non sempre il comprensorio lo permette, ma ci sono alcune possibilità interessanti per divertirsi senza spendere troppo.
Un suggerimento. Se avete tempo, organizzate la giornata di heliski come la seconda di due: partite la mattina da casa, sciate e prendete dimestichezza; dedicate al volo solo il secondo giorno.
La prima volta di Heliski
In una parola dico: “provate”, buttatevi o lanciatevi suona male 😊
Esiste sempre una prima volta e la mente umana, per difenderci, è predisposta a proteggerci dall’incertezza: siamo sempre preoccupati dalle novità che riteniamo più rischiose di quello che facciamo tutti i giorni.
Qui è lo stesso: provare a fare heliski è uscire dalla comfort zone sciistica alla quale siete abituati. Il doppio contesto di volo e discesa fuori da una pista blocca molte persone.
L’atteggiamento giusto è quello degli “esploratori” che cercano di fare qualcosa di diverso per loro, ma che tanti hanno già fatto in precedenza: non siete i precursori dell’heliski e neppure aprirete prime vie di discesa sul Monte Bianco. Quindi state tranquilli.
Farete una discesa che centinaia – in alcuni casi migliaia – di persone hanno fatto prima di voi: il blocco è solo nella vostra mente.
Scegliete come prima discesa una che sia in linea con le vostre capacità, se possibile non partite neppure troppo presto così farà un po’ più caldo e in stagione avanzata troverete sui pendii esposti la neve già ben trasformata e facilmente sciabile.
Pensate che oltre ad una bellissima discesa, farete un’esperienza di volo scenico con un elicottero e vedrete panorami spettacolari dall’alto. È una sensazione magnifica.
Come sciare in neve fresca
Il primo errore da non fare è quello di non avere un paio di sci da neve fresca: è sorprendente ma con un buon attrezzo si è quasi a metà dell’opera. Più la base degli sci è larga, maggiore è il galleggiamento e minore la probabilità di incrociare le punte.
Un secondo punto fondamentale è la tecnica: dimentichiamoci il vecchio stile “sci attaccati e peso indietro”. È essenziale che il peso sia ben distribuito sulle gambe, che i piedi siano larghi circa quanto il bacino e le spalle ferme rivolte verso valle.
Le braccia aiutano a dare maggiore stabilità e il peso sullo sci esterno agevola la curva: per girare a sinistra si deve spostare il peso e premere con lo scarpone sullo sci destro, per girare a destra viceversa. L’idea deve essere quella di voler imprimere un solco sulla neve con la lamina.
Difficile a credersi, ma in neve fresca se la discesa è più ripida si fa meno fatica, perché è più facile vincere la resistenza della neve: al contrario su quella primaverile (trasformata o firn) si scia senza nessun problema, perché le condizioni sono simili a quelle della pista.
Ecco perché il periodo migliore per il battesimo in heliski è da marzo in poi.
Qualità della neve
Il mondo dell’heliski è associato al concetto di “polvere”: la neve fresca per eccellenza.
L’idea di salire in vetta con un elicottero è nata alla fine degli anni ‘50 e da allora l’heliski si è diffuso in tutto il mondo.
Inutile nasconderlo: spesso il vero obiettivo è sempre la ricerca di zone intonse dove lasciare il segno del proprio passaggio.
La qualità delle neve si modifica anche per l’effetto del vento e del sole: il rischio è di trovare dei lastroni che cedono al passare dello sciatore rendendo un po’ più faticosa la sciata e, onestamente, anche più pericolosa. Quando c’è stato vento è meglio identificare le discese che non sono state esposte, oppure avere il coraggio di rinunciare alla giornata, andando in pista.
L’altro tipo di neve che potete trovare è la cosiddetta “trasformata” o “firn” – per usare il termine tedesco -, in altre parole è la neve primaverile: quello strato di un paio di centimetri, su fondo duro, che di solito trovate in marzo/aprile sulle piste dove batte il sole verso metà mattina, dopo la gelata notturna. Une neve su cui è facilissimo sciare perché tiene alla perfezione e non presenta le difficoltà della polvere.
La sicurezza
Partite dal presupposto che sarete con dei professionisti che sanno perfettamente come muoversi e cosa fare: è il loro lavoro, è importante che vi fidiate di quello che vi dicono.
Detto questo, le valanghe sono il primo fattore da tenere sotto controllo: esistono bollettini specifici emessi su base locale che segnalano il pericolo con una scala crescente da 1 a 5. Le valli hanno varie esposizioni, seguite le indicazioni della guida che è con voi sul pendio e sappiate che le valanghe si creano quando la pendenza è superiore ai 27 gradi (il 50%).
Il vero nemico dell’heliski è il brutto tempo e, dando per scontato che quando è brutto non si vola, mi riferisco alle nuvole che non solo non permettono al pilota di vedere dove atterrare e recuperarvi, ma espongono anche al rischio che durante la discesa non vediate nulla e, oltre a non divertirvi, rischiate di perdervi tra voi. Purtroppo quando le cime sono coperte anche se in bassa valle è chiaro, spesso dovrete rinunciare alla vostra sciata.
Un altro problema è generato dal vento che, in primo luogo, rovina le condizioni della neve, perché tende a creare una crosta su cui è difficile sciare, inoltre fa abbassare la temperatura (per effetto del windchill) e rende le attività di entrata e uscita dall’elicottero più complicate. Il vento fortunatamente è abbastanza prevedibile e si possono scegliere aree meno esposte.
Si vola circa il 65% dei giorni e, di questi, due su tre sono belli, avete quasi metà stagione a disposizione. Senza dimenticare che la stagione invernale fino ad oggi ha chiuso a maggio: avete molte settimane a disposizione anche dopo Pasqua, data nella quale quasi tutti ritengono che gli sci debbano essere appesi al chiodo.
Cosa serve per la giornata
La vera incognita è sempre la qualità della neve, anche se la scelta dell’esposizione e la conoscenza del meteo (precipitazioni e vento) dei giorni passati consente di avere una buona stima delle condizioni.
La scelta dello sci è fondamentale. Per avere più stabilità e fare meno fatica, l’ideale è avere uno sci che non sprofondi nella neve e che sia largo abbastanza da permettere di galleggiare. Non deve essere largo meno di 95 millimetri (questa misura è la seconda delle tre cifre che identificano gli sci, es: 120 – 95 – 105) e non deve superare la vostra altezza, o al massimo di poco.
I bastoncini (o racchette) non devono avere caratteristiche particolari, ma è consigliato di impugnarli senza tenere il laccetto nel polso, nella deprecata ipotesi di valanga avrete le mani libere e comunque avrete un ingombro in meno.
Per quanto riguarda l’abbigliamento, vestitevi a strati, perché nella stessa giornata potrete passare da un deposito a 4000 metri a nord ad una bella sosta a 1800 esposta a sud con un magnifico sole: possono esserci 20 gradi di differenza.
I guanti caldi sono fondamentali, al massimo portatene un paio leggeri e metteteli nello zaino per la seconda parte della giornata (è anche una bella idea se qualcuno dovesse perderne uno)
Non dimenticate casco, cappello, occhiali e crema da sole.
Per fare heliski è obbligatorio l’airbag, uno zaino – in cui troverete anche la pala e la sonda, il set minimo per autosoccorso – contenente un pallone che si gonfia in pochi attimi, aumentando le probabilità di sopravvivenza in caso di valanga. Pesa meno di due chili e non vi accorgerete nemmeno di portarlo sulle spalle. Se non lo avete si può noleggiare. La guida vi spiegherà come funziona.
Obbligatorio anche il segnalatore ARTVA (l’apparecchio di Ricerca dei Travolti in Valanga) e l’imbragatura è consigliata per una questione di sicurezza, ma non è obbligatoria.
Non dimenticate una bottiglietta d’acqua, se siete golosi una tavoletta di cioccolato o, comunque, qualcosa da mangiare in un’eventuale pausa. E poi una macchina fotografica o anche solo il cellulare: il panorama è mozzafiato.
Come è strutturata una giornata di eliski
Di solito si inizia abbastanza presto, anche per avere il tempo di fare un briefing, valutare bene le condizioni, approfondire la sicurezza e controllare il materiale.
Potrete decollare direttamente dalle piste da sci o dalla base, sarà la guida a comunicarvelo.
Salite sull’elicottero seguendo le indicazioni che vi verranno date e godetevi il panorama, ci sono quattro posti i due vicino ai finestrini hanno visibilità migliore, ma anche dai due centrali si ha una bella vista. Se fate più di una discesa alternatevi.
Quando atterrerete, scendete e sedetevi dove vi verrà detto. Ascoltate sempre la guida e non muovetevi in autonomia, fate attenzione perché il vento generato dal motore dell’elicottero è molto forte e tutto tende a volare via. Guanti, caschi, cappellini in primis.
Quando ripartirete per la seconda discesa, disponetevi secondo le indicazioni della guida, che aspetterà in piedi l’elicottero per far capire al pilota dove atterrare, avrete preparato “un pacco” con i vostri sci. Alzatevi solo quando la porta è aperta.
Nella giornata farete qualche discesa, vi consiglio di non esagerare sia per una questione di costi sia per una questione di sicurezza e di fatica, con il passare delle ore aumenta l’adrenalina da prestazione, ma si è sempre più stanchi. Inoltre, in primavera la neve diventa più molle e aumenta il rischio di valanghe, fatene piuttosto una di meno, avrete tutta la vita per ritornare se vi siete divertiti.
Concludete il tutto con un bel pranzo per scambiarvi emozioni, foto e video della giornata (è prassi che il pranzo alla Guida venga offerto).
Alla fine, se vi siete divertiti, datevi appuntamento alla prossima volta 😊
Errori da non fare
La vera regola per la sicurezza è ascoltare quello che viene detto dalla guida. Non allontanarvi mai dal gruppo: a volte sarete su un ghiacciaio e, purtroppo, le insidie dei crepacci sono sempre presenti.
Sciate nelle zone che vi vengono indicate, seguite le scie del primo e allontanatevi solo se vi viene detto che potete fare “sci libero”. Il consiglio è di restare sempre a vista e mai oltre i 5/10 metri dalle scie.
In merito all’elicottero, dovete fare attenzione alle pale: quella grande è più alta di un uomo ma avvicinatevi sempre a testa bassa, il vero pericolo è che i vostri sci (se li tenete sulle spalle) possano finire dentro creando danni ingenti. Per questo motivo gli sci vengono sempre preparati, prima dell’arrivo dell’elicottero in un pacchetto e poi messi nel contenitore per trasportarli in volo. Per regola teneteli sempre con la mano di lato e orizzontali all’altezza del vostro ginocchio: come se steste camminando con una borsa della spesa in mano.
L’elica pericolosa è quella posteriore, perché verticale e ad altezza uomo: dovete stare sempre lontano. L’ideale è rimanere sempre davanti all’elicottero.
Si sale e si scende uno dietro l’altro e, mentre l’elicottero è in funzione vicino a voi, sia che stiate per decollare sia che siate appena atterrati, state sempre in ginocchio tenendo stretto tutto quello che potrebbe volare via. Buona regola è indossare guanti, occhiali e casco. I video dell’elicottero che si avvicina o si allontana sono eccezionali.
Il meteo
Come arrivare
Torino è collegata direttamente con l’autostrada A5 e dista solo 55 km da Pont-Saint-Martin, porta “Est” della Valle e primo comune che si incontra entrando in Valle d’Aosta; 98 km dal capoluogo regionale Aosta (uscita Aosta Est) e 136 da Courmayeur.
Provenendo da Milano (164 Km), lungo l’autostrada A4 occorre imboccare il raccordo a Santhià, in direzione Aosta. Limitato anche il tempo di percorrenza per chi proviene da Genova (226 km).
Si può giungere in Valle anche dal versante francese o svizzero attraverso i due trafori del Monte Bianco e del Gran San Bernardo, percorrendo rispettivamente le statali n°26 e n°27 e, nel periodo estivo (tra giugno e ottobre), attraverso i valichi del Piccolo e Gran San Bernardo.